Foto di Augusto Montaruli
Questo pomeriggio Piero Fassino sarà nel mio quartiere, all’aiuola Donatello, dove c’è la Casa del Quartiere e dove abitava Natalia Ginzburg – lo avevo scoperto leggendo Lessico familiare.
Io non potrò esserci perché il sabato accompagno mia moglie a Monticello d’Alba a trovare la mamma. Oggi andrò da solo perché Laura ha febbre e mal di gola e la “nonna” ha bisogno perché aspetta la nutella.
La mamma di Laura vive, per sua libera scelta, ormai da oltre due anni in un pensionato. Ci vive bene.
Nei piccoli paesi del Roero, tra Alba Canale e Bra, quasi tutti i paesi hanno un pensionato, sono inseriti nell’ambiente urbano: da una parte le colline con i boschi e le vigne e dall’altra una strada. Gli anziani sono parte della comunità, chi può esce e va al bar o dalla parrucchiera o a prendere un gelato; i bambini della scuola, le associazioni di volontariato, le corali spesso si recano in visita organizzando momenti di festa e di coinvolgimento.
A me piace sedermi fuori con gli ospiti della casa di riposo a chiacchierare e, soprattutto, ascoltare. Pina mi racconta della sua vita e passa dal pianto al riso, poi comincia a cantare; Gino mi racconta della vigna che deve potare lui perché il figlio non è poi tanto capace; altri ti chiedono di Torino e tu racconti che adesso c’è la metropolitana; Teo cura l’orto e parliamo della luna che deve essere quella giusta per seminare. Gli anziani hanno un bisogno vitale di essere ancora ascoltati, di poter raccontare e di essere considerati parte di una comunità.
Tutto questo per dirvi che nelle città gli anziani spesso sono lasciati soli, soli con una social card umiliante, soli in un condominio e soli in una casa di riposo che è avulsa dalla comunità. Credo che dovremmo nelle città replicare il modello paese.
Il quartiere deve tornare a essere comunità. Per tutti. Comunità fa rima con umanità.