La propria vita di solito si racconta agli amici o al responsabile delle risorse umane nel corso di un colloquio di lavoro. Nel primo caso prevalgono i sentimenti, nel secondo è la razionalità a prevalere.
Non mi è mai capitato di dover raccontare la mia vita perché candidato a una competizione elettorale, ci provo parlandovi di sentimenti e di razionalità.
I sentimenti
Sono nato a Moglio, una frazione di Alassio, il 20 giugno del 54, figlio di mamma ligure e papà pugliese. Mamma casalinga e papà maestro.
Ho vissuto fino a 14 anni in Puglia, Ruvo di Puglia.
Sono arrivato a Torino nel 1968, quando non si affittava ai meridionali, le strade si riempivano di giovani che volevano cambiare il mondo e gli operai si scaldavano d’autunno.
A Torino mi sono diplomato, poi ho iniziato l’Università abbandonandola dopo il primo esame, un 28 però, perché volevo togliermi il servizio militare e andare a vivere con Laura.
Laura la conobbi a scuola e siamo ancora lì a studiare insieme la felicità di Cecilia e Claudio, i nostri figli.
Abbiamo anche due gatti, uno nero e l’altro un po’ grigio e un po’ bianco, ma soprattutto ben in carne.
Amo leggere, soprattutto narrativa, fotografare e seminare peperoncini.
Mi piace il trascorrere delle stagioni, aspettare il tempo della zagara e dei mandarini tardivi.
Mi piace avere un amico in più. Mi piace il concetto di condivisione.
Vedo, rivedo, leggo e rileggo tutto sui Fratelli Marx.
Mi piace il mio paese, ovunque.
– La politica
Premetto che per impegno intendo coerenza con le proprie idee e con i propri valori a prescindere da cosa si sta facendo e con chi si sta facendo.
La politica nella mia famiglia era di casa, ma era da un’altra parte. A Torino conosco l’altra sponda della politica e divento uno studente di sinistra. Diventare di sinistra è facile, difficile è continuare ad esserlo. Credo di esserci abbastanza riuscito, finora, mantenendo un comportamento coerente. Almeno lo spero.
Quando è servito, mi sono impegnato nel sindacato, crisi Officine Viberti e crisi Einaudi.
Quando i miei figli frequentavano la scuola ho fatto parte degli organi collegiali: presidente del circolo didattico Silvio Pellico e presidente consiglio di istituto del liceo Gobetti.
Ad aprile del 2009 ho deciso di iscrivermi al PD, al PD perché, nonostante limiti e difetti, ritengo sia l’unica speranza che questo paese ha per uscire dal guano in cui ci hanno messi Berlusconi e il berlusconismo.
Credo, e auspico, necessaria un’invasione pacifica e colorata di tante persone nel Partito Democratico.
Spero di aggiornare questa pagina dopo il 15 maggio con l’elezione a consigliere di circoscrizione nelle liste del Partito Democratico.
Augusto Montaruli